FASHION WEEK

Aiuto, non ho niente da mettermi!

E siamo già arrivati a un’altra settimana della moda di Parigi. Mademoiselle Lili si arrovella su come poter essere all’altezza della famosa maratona della moda.


Chi segue la settimana della moda di Parigi sui media potrebbe pensare che l’evento riguardi solo la moda che viene mostrata in passerella. Niente affatto! Anche i visitatori si lanciano tra loro occhiate tanto critiche quanto quelle che vengono riservate alle collezioni degli stilisti. La settimana della moda è una sfilata dell’ego per ogni persona coinvolta. Come accade anche in ogni maratona: l’importante non è per forza vincere, ma partecipare. Si può indossare di tutto, vanno bene anche scarpe da tennis, t-shirt e jeans , purché sia Gucci, Chanel o Balenciaga. Ci si può anche mettere un vaso di fiori in testa, se è in armonia con l’opera d’arte originale. Ma c’è una cosa che non si può assolutamente fare: indossare capi Zara o H&M.

Per questo a ogni settimana della moda mi ritrovo a dover affrontare lo stesso problema: cosa accidenti mi metto? È vero che il mio armadio, dopo otto anni a Parigi, può vantare alcuni costosi capi di alta moda, ma per dieci giornate di seguito non riesco certo a trovare un nuovo articolo di un marchio di lusso ogni giorno. Già da tanto tempo mi chiedo come facciano le altre persone. Ho visto passare una stagista 29enne, che guadagnerà intorno ai 900 euro, con ai piedi un paio di stivali Saint-Laurent da 2.500 euro. E il giorno dopo indossava dei sandali di Isabel Marant da 500 euro. E ogni giorno ha al braccio una borsetta di uno stilista diverso. Ma gliele regalano, penserà la maggior parte delle persone. Invece non è così. Se si è molto fortunati, come giornalisti, si ottiene uno sconto del 30%, pari a quello riservato ai dipendenti delle case di moda di lusso. Ciò significa che le borse o gli stivali stilosi costano comunque ancora uno stipendio medio netto francese.

Per ricevere moda di lusso in regalo è necessario essere molto famosi o influencer. Sono finiti i tempi in cui i giornalisti di moda venivano invitati quasi settimanalmente agli eventi di vendita riservati alla stampa, dove si potevano fare veri e propri affari.  E comprare ai prezzi delle boutique? Le uniche che possono permetterselo, lo dico senza peli sulla lingua, sono ereditiere, mogli o amanti ricche, spacciatrici di droga, principesse del petrolio o escort.


Ma le modaiole francesi sono diventate ingegnose. Da “Arlettie” al Trocadéro ogni settimana c’è l’angolo del lusso. Per 50 euro di quota associativa all’anno si può fare shopping di capi da Givenchy a Fendi, da Lanvin a Zadig & Voltaire, con molti sconti fino all’80%. Però vi avverto: se vi aspettate uno shopping rilassante, vi sbagliate. La fila dura ore e le persone si azzuffano letteralmente per accaparrarsi i pezzi migliori. Per sapere se l’abito di seta ci sta davvero bene indosso, bisogna rassegnarsi a fare uno striptease, perché non ci sono camerini.  Del resto riuscire a portarsi a casa un abito Givenchy originale per 500 euro anziché 2.000 ha il proprio prezzo. 

In Francia poi va a gonfie vele anche il commercio online della moda di lusso di seconda mano, presumibilmente incentivato da influencer e ricchi shopping addicted, la cui cabina armadio starà certamente per esplodere. L’industria della moda lancia sul mercato collezioni sempre nuove, in intervalli di tempo sempre più brevi, e ciò ha portato alla crescita di un mercato ombra lucrativo.  La startup parigina “Vestiaire Collective”, fondata nel 2009, è riuscita in pochi anni a diventare leader di mercato in Europa. Nel 2017 l’azienda ha fatturato 140 milioni di euro e i profitti crescono di circa il 70% ogni anno. Io stessa spesso faccio affari interessanti da “Videdressing”: dalle scarpe Prada quasi nuove agli occhiali da sole Armani, fino a poco tempo fa qui si potevano trovare vere e proprie occasioni a partire da 100 euro. Ma la domanda è alta e di conseguenza i privati alzano i prezzi. Esiste anche un’agenzia online per il noleggio di borse di lusso (www.sacdeluxe.fr): l’idea è stata di un’olandese che vive a Parigi e ammetto che inizialmente non l’avevo presa sul serio. Ad esempio, per 80 euro alla settimana, si può noleggiare una borsetta Chanel 2.55. Bene, mi sono detta: per la settimana della moda posso noleggiare una borsa Birkin di Hermès a 300 euro alla settimana. Macché! La lista d’attesa per la Birkin a noleggio è lunga quasi quanto quella dei clienti in coda davanti al negozio Hermès. Quindi il problema non si è risolto: cosa diamine mi metto?