Ci sono pochi monumenti a Parigi verso i quali provo una sensazione di nostalgia così forte come per La Samaritaine, questo ex grande magazzino su Pont Neuf. Non vi andavo tanto per fare shopping, quanto piuttosto per incontrare, due volte all'anno, il mio amore francese. Erano gli anni in cui non esistevano le compagnie aeree low cost, quando prendevo un autobus dalla Germania per Parigi, viaggiando tutta la notte, spinta dall'amore per questa città e per quell'uomo. Il nostro punto di incontro era sempre la piccola terrazza rotonda, all’ultimo piano di un caffè, un posto assolutamente segreto, conosciuto da pochi. Già la vista dei mosaici opulenti, delle opere in ferro battuto e dei sublimi affreschi dello Jugendstil con un pavone che fa la ruota sotto la cupola di vetro, mi faceva battere il cuore all’impazzata. Il battito accelerava ancora di più ad ogni passo che compievo su un gradino di quella stretta scaletta a chiocciola. Più si saliva, più si facevano udibili i rumori degli impianti di areazione e riscaldamento, come su un antico battello a vapore di lusso. Una volta arrivata in cima, mi sentivo come su una gru altissima, su una terrazza panoramica, sulle spalle di un gigante in mezzo all’oceano. Sotto di me, l’immensità delle case parigine e dei monumenti più noti come la torre Eiffel, Notre Dame o la Conciergerie, che sembravano così vicini da poterli toccare. Era la mia sensazione da Titanic, di un amore impossibile, ben prima che uscisse il famoso film.
In quel locale c’era un ambiente che mi attirava più di altri, una stanzetta, ancora più nascosta, con un visore 3D impolverato, nel quale si potevano far scorrere miniature di scene della città del XIX secolo, rappresentate fedelmente in prospettiva. Per poterle vedere ci si doveva abbassare, essendo questa un’attrazione per bambini, che i fondatori de La Samaritaine, i coniugi Cognacq-Jay, mettevano a disposizione degli ospiti più piccoli. Chissà se questa fascinosa trovata anno 1870 è sopravvissuta al restauro!
Per 16 anni La Samaritaine è rimasta chiusa. Per il nuovo proprietario, il gruppo del lusso LVMH, la ristrutturazione è diventata, suo malgrado, un progetto faraonico. Tra l’altro, le limitazioni imposte dalle belle arti, nonché le numerose iniziative dei cittadini che volevano mantenere il loro amato La Samaritaine nella sua vecchia forma, hanno interrotto più e più volte i lavori.
Negli svariati edifici che fanno parte del complesso entrerà l’Hotel Cheval Blanc, il quinto hotel sotto l’egida dell'impero del lusso più grande al mondo. Chi ha avuto il privilegio di provare il piacere divino dell'accoglienza offerta, come è capitato a me presso il Cheval Blanc Randheli alle Maldive, sa bene che qui l'asticella è altissima. Gli standard vanno ben oltre quelli da serie A o da First Class. Con le sue 72 stanze e suite, compresa una spa Dior, progettate dalla grande star del design newyorkese Peter Marino, diventerà il non plus ultra degli alloggi di lusso, in una città che non ne è certamente povera. A partire da 1500 a notte.
Non si esagera certamente dicendo che qui sta per aprire un nuovo tempio dell'orgoglio nazionale, se non fosse che ormai la maggior parte degli hotel di lusso di Parigi sono in mani arabe.
Non vedo l'ora di vedere come in questi ambienti rinnovati il vecchio incontrerà il nuovo. E sono curiosa di capire se riuscirò a ritrovare i miei vecchi angolini preferiti.