BAR BRISTOL

In piena notte al bar dell’hotel

Quando sei una donna costretta a viaggiare spesso e sola, devi sempre dare una spiegazione a qualcuno. Ma non al bar de Le Bristol a Parigi, dove Mademoiselle Lili si sente davvero la benvenuta.

Prendiamo Venezia. Se viaggi per lavoro e sei una cosiddetta Signora, spesso vieni semplicemente ignorata. È sempre la stessa storia: sono seduta al tavolo di un ristorante con lo stomaco che gorgoglia. Vicino a me si siedono degli uomini che ricevono immediatamente il menù. Io no. Se lo chiedo al cameriere, me ne porta due! 20 minuti dopo, il tavolo accanto al mio ha già ricevuto il suo bel piatto di pasta, mentre io devo ancora ordinare. Vorrei davvero tanto sbottare con un: “Ma a una signora serve sempre un bellimbusto accanto a lei per farsi portare del cibo, qui a Venezia?” Ma sfortunatamente il mio italiano non arriva fino a lì. 

Quando sono in una città sconosciuta e alloggio in un bell’hotel, mi piace concedermi un buon drink prima di andare a letto. Mi attrae il fascino dei bar dei Grand Hotel, ma è una passione che non ha avuto inizio soltanto dopo aver visto “Lost in Translation”. I bar degli hotel sono luoghi di transito in cui si possono fare incontri davvero bizzarri: qui il destino gioca al lotto e a volte ci scappa anche l’ambo. Una volta a New York sorrisi del tutto involontariamente ad un uomo, anche lui solo, che beveva. In un batter d’occhio si unì a me e dopo soltanto cinque minuti mi chiese quale fosse il prezzo per una notte. Per alloggiare in una delle camere dell’hotel, pensai. Fui un po’ lenta a capire, lo ammetto. Quella volta, comunque, non ero affatto lost in translation, quel signore parlava inglese. Si scusò, ma mi accorsi subito che il mio bicchiere era ormai vuoto. Da quel momento, cerco sempre di capire se il minibar in stanza non sia forse l’alternativa migliore.

Solo al bar de Le Bristol a Parigi ho riscoperto il vero piacere di questa mia passione. Una signora molto gentile mi conduce dalla lobby fino al bar, mi prende il cappotto ed evita di pormi la fatidica domanda “è sola?“. Il bar appare molto intimo ed elegante, quasi come fosse un salotto d’alta borghesia. Qua e là ci sono antichi arazzi e cenni d’arte, un caminetto scoppiettante e un comodo sofà. Il Dj mette un po’  di Lounge-Music molto rilassante. Ordino un Bristol Old Fashioned 5, drink molto secco a base di whiskey, composto da sciroppo estratto dalla birra Guinness e caramello che dona al tutto un’ultima nota molto dolce. Purtroppo, il mio momento di pace non dura a lungo, perché due sgabelli più in là si siede un uomo tutto solo. Quando con un cenno mi fa ‘cin cin’, aspetto senza troppo entusiasmo il solito finale. Ma questa volta non succede: Christophe è un Parigino doc, insegna matematica e ha fatto del Bristol Bar il suo locale abituale, dove può dimenticarsi per un momento dei suoi studenti in piena crisi ormonale. Adora l’atmosfera familiare e tranquilla che si respira, e anche il barista. Ci mettiamo a chiacchierare tutti e tre insieme, e la cosa bella è che non c’è nulla di ambiguo. Scopro che il bar è diventato una sorta di salotto notturno del quartiere: il 70% dei clienti sono Parigini, nessun ospite dell’hotel. Per fumare ci spostiamo nel cortile, sedendoci su delle sedie da giardino comodissime. L’aria è fresca e pulita, due gatti persiani giocano sul prato e il rumore della città rimane lontano, giungendo quasi come ovattato. “È il mio posto preferito in assoluto, soprattutto di notte“, dice Christophe. “Non ti senti anche tu completamente in pace con il mondo?” Annuisco.

Le Bar du Bristol Paris, 112 Rue du Faubourg Saint-Honoré, aperto tutti i giorni dalle 17.30 alle 2.